19 settembre 2008: Inaugurazione Oasi Astronomica "Monte Rufeno"

Tutto era iniziato all’insegna del maltempo: freddo e pioggia a dirotto, ma poi tramontana. E alla fine ha avuto la meglio quest’ultima, liberando il cielo dalle nubi e dando la possibilità a tutti di mettere l’occhio nell’oculare del nuovo telescopio di 60 cm di diametro, inaugurato venerdì scorso (19 settembre), nel cuore della Riserva Naturale del Monte Rufeno di Acquapendente (VT).

L’appuntamento, inizialmente alle ore 16:30 presso il cinema Olympia di Acquapendente (VT), è coinciso con l’anniversario dei 25 anni dell’istituzione della Riserva Naturale del Monte Rufeno. Quindi, la prima parte dei lavori è stata dedicata ad elencare le principali iniziative realizzate dalla Riserva nei suoi primi 25 anni di attività, dove hanno preso la parola, oltre al Direttore Dott. Bedini, anche il Sindaco di Acquapendente Alberto Bambini e il Dirigente dell’Agenzia Regionale dei Parchi del Lazio, ricordando i motivi e i modi che 25 anni hanno determinato la fondazione della Riserva Naturale. Particolarmente toccante è stata la relazione di un rappresentante dei “guardiaparco”, che ha illustrato i principi e i valori condivisi da tutti i collaboratori della Riserva per la salvaguardia del territorio e per un suo sfruttamento sostenibile, a garanzia di tutte le biodiversità.

Al termine di questa prima parte, il Direttore Bedini ha quindi lasciato la parola al Dott. Pedichini dell’Osservatorio Astronomico di Roma (INAF) che ha progettato, sia per la parte ottica che quella meccanica, l’intero telescopio, realizzato poi fattivamente dalla ditta “G & A Engineering” di Oricola (AQ). Nella sua presentazione Pedichini ha sottolineato l’originalità dello strumento, per quanto riguarda i materiali usati (fibra di carbonio e resine epossidiche che lo rendono leggerissimo… solo 250 kg), l’esclusiva gestione wi-fi (nessuna azione meccanica esterna è possibile se non attraverso il pc che lo gestisce a distanza), e la meccanica di precisione che lo rendono facilissimo da usare anche per un bambino, con il solo click di un mouse.

È proprio questa, infatti, l’idea che sta dietro a tutto il progetto di questo innovativo telescopio: essere contemporaneamente uno strumento di ricerca (coi suoi 60 cm di diametro che lo rendono in grandezza tra i primo 10 telescopi in Italia) ma anche un importante strumento di didattica, a cui tutti possono facilmente accedere, soprattutto per quanto riguarda la visione diretta dall’oculare, sempre a 1,10 metri dal solaio del piano del telescopio, grazie alla particolare configurazione ottica Newton con fuoco Nasmith. Infine il telescopio, per evitare vibrazioni a causa del piano di calpestio del solaio al primo piano, è sistemato su un solaio rialzato in ferro che poggia su due travi ancorate ai muri portanti dell’edificio: questa soluzione, individuata dall’Arch. Andrea Vagni, ha evitato di costruire un pilone di cemento armato su cui poggiasse il telescopio che dal piano terra, sventrando il solaio superiore, sarebbe arrivato all’altezza del tetto dove è sistemato il telescopio nella sua cupola da 3,15 metri di diametro.
Successivamente ha preso la parola l’Arch. Andrea Vagni, Presidente dell’Ass.ne Scientifica Astronomica “Nuova Pegasus”, il quale, illustrando i motivi di fascino verso l’astronomia, ha ricordato che all’interno del casale è presente anche un planetario digitale, del diametro di 3,60 metri, in grado di simulare la volta celeste riproducendo i suoi movimenti e fenomeni, che rende fruibile la struttura anche in caso di maltempo. Quindi, una grande aula didattica, completa di computer e sistemi audiovisivi è in grado, all’occorrenza, di trasformarsi in sala conferenza per circa 50 posti. All’esterno, invece, un’ulteriore cupola del diametro di 3 metri ospita altri due strumenti: un telescopio solare, equipaggiato con filtri H-alfa, ed un telescopio secondario Schmidt-Cassegrain di 25 cm di diametro. Una serie di pannelli solari di ultima generazione rende l’osservatorio autonomo dal punto di vista energetico ed ecologicamente compatibile con l’ambiente circostante. Le strutture ricettive della riserva, sia all’interno dell’osservatorio che nei casali limitrofi, sono in grado di ospitare oltre 50 persone.

A conclusione della serata ha preso la parola infine la Dott.ssa Rosa Poggiani del Dip. di Fisica dell’Università di Pisa (associata INFN) che ha ricordato l’importanza dei piccoli telescopi nella ricerca scientifica: fotometria di stelle variabili, occultazioni, ricerca di asteroidi sono i principali settori di ricerca per i quali un telescopio del genere può essere utilizzato.

Alle ore 19:30 un bus navetta ha trasportato circa 40 intervenuti all’Osservatorio per una dimostrazione e osservazione astronomica, dopo un ricco buffet offerto dalla Riserva Naturale. Quindi i partecipanti hanno potuto mettere direttamente l’occhio all’oculare del telescopio principale, osservando Giove e le sue bande, hanno avuto un assaggio delle potenzialità del planetario, ma soprattutto hanno potuto godere direttamente ad occhio nudo del cielo privo di inquinamento luminoso che si osserva dal Monte Rufeno, insieme a tutte le sue costellazioni e oggetti del profondo cielo indicati con uno speciale raggio laser usato dal Vicepresidente dell’Ass.ne “Nuova Pegasus”, Prof. Tommaso Ponziani.


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